Le Radio indipendenti chiedono un confronto alla Regione [di Coordinamento delle Radio Indipendenti Sarde]
Questo Coordinamento riunisce un’ampia rappresentanza delle radio indipendenti che operano in Sardegna. Si è costituito il 13 novembre e già vede in campo numerose emittenti distribuite su tutto il territorio regionale (vedi elenco) che dalla scorsa settimana sono impegnate in una campagna a reti unificate. A unirci è la forte preoccupazione per le recenti disposizioni della “Legge Regionale n 3 del 12 gennaio 2015 . Interventi a favore delle Emittenti televisive locali. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 3 luglio 1998, n.22”. Un provvedimento che ha tradito il senso e le finalità di una legge sull’editoria votata a sostenere l’articolato sistema dei media, concentrando l’intervento della Regione su un unico mezzo di comunicazione, tanto da diventare (persino nel titolo!) una legge sulla televisione. Le radio vengono completamente dimenticate, escluse, tagliate fuori dagli interventi previsti dal provvedimento regionale. E questo avviene in un momento particolarmente delicato per la sopravvivenza delle imprese radiofoniche indipendenti che operano nel territorio della Sardegna. Costrette a fronteggiare ogni giorno gli effetti provocati della contrazione del mercato pubblicitario e dall’aumentata incidenza dei già gravosi oneri di gestione. Difficoltà che, se non affrontate tempestivamente e adeguatamente, rischiano di mettere a repentaglio non solo gli attuali livelli occupativi, ma anche la sopravvivenza di gran parte delle emittenti radiofoniche locali e quindi il necessario pluralismo nel mondo della comunicazione in Sardegna. Le radio locali sarde rappresentano un’importante risorsa per tutta l’isola. La loro storia ultradecennale, il tradizionale radicamento nel tessuto sociale e economico della Sardegna, la vivacità e originalità dei contenuti proposti, la loro insostituibile capacità di dare voce a istanze altrimenti dimenticate, ne fanno un irrinunciabile punto di riferimento per cittadini e istituzioni. Ciononostante, da parte della Regione questa realtà è stata non solo dimenticata ma anche fortemente danneggiata dalle recenti modifiche alla legge 22. In questi mesi abbiamo incontrato più volte l’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino, al quale sono state presentate una serie di proposte di integrazione, riequilibrio e modifica del provvedimento in discussione, che sono state però ripetutamente ignorate. Il risultato è una legge per l’editoria che di fatto relega ai margini quello che secondo autorevoli indagini di mercato si conferma come il più dinamico, vivace e moderno dei media: secondo la recente ricerca Gfk-Eurisko, in Italia la radio è oggi il canale “più utilizzato” (84%della popolazione) ed il “più credibile”, quello che ha saputo meglio affrontare la sfida dell’innovazione, confermando un trend in continua crescita (+7.5 secondo gli ultimi dati Nielsen). Di questo ruolo strategico della radio in uno scenario dei media in continua evoluzione la Regione sembra non essersi accorta. Le 50 imprese radiofoniche indipendenti che ogni giorno in Sardegna parlano con oltre un milione di sardi, che producono notiziari, contenuti di approfondimento, danno voce alle comunità locali, assicurando come imprese un lavoro a oltre 300 dipendenti e ad almeno un migliaio di collaboratori, vengono di fatto escluse da qualunque forma di sostegno regionale: gli investimenti in pubblicità istituzionale e sponsorizzazioni sono concentrati unicamente su giornali e tv. E persino i contributi per la produzione di programmi informativi ed editoriali (art. 24 bis della nuova legge) sono riservati in via esclusiva alle televisioni. Un caso emblematico è quello relativo ai contributi di recente assegnati dalla Regione per la produzione di programmi e notiziari in lingua sarda: 100 mila euro per tutte le radio della Sardegna, 2,4 milioni di euro (24 volte tanto!) alle tv con copertura superiore al 60% del territorio regionale. È legittimo chiedersi se e in che modo l’Amministrazione regionale intenda sostenere i livelli occupazionali e la capacità produttiva di un importante comparto dell’editoria e dell’informazione come quello della radiofonia locale (peraltro interessato a breve da un oneroso passaggio alla trasmissione in digitale) e come si intenda tutelare il presidio di pluralismo e di libera informazione rappresentato dalle decine di stazioni radio diffuse nel territorio dell’intera Sardegna. Quale primo passo concreto, le imprese rappresentate in questo Coordinamento delle Radio Indipendenti Sarde chiedono al Presidente della Giunta Regionale e al Presidente del Consiglio Regionale un incontro urgente per valutare la possibilità di adottare in tempi brevissimi un provvedimento di sostegno del settore dell’emittenza radiofonica e di riequilibrio della legge regionale n. 3/15, purtroppo varata a esclusivo vantaggio delle emittenti televisive. Il Coordinamento delle Radio Indipendenti Sarde chiede quindi alle istituzioni regionali preposte che venga al più presto commissionato uno studio di settore serio e approfondito sul gradimento, la penetrazione e l’utilizzo dei media in Sardegna. Auspicando che una tale indagine venga realizzata e sollecitando su questo un urgente intervento da parte dell’organismo di controllo sui mezzi di comunicazione (Corecom), i firmatari di questo documento chiedono anche l’avvio di un ampio confronto che porti alla definizione di una legge regionale per l’editoria equilibrata, giusta e moderna, ispirata a reali criteri di equità e di trasparenza, capace di incidere e di creare positive ricadute anche in termini occupazionali in un settore chiave della nostra vita culturale e sociale. Nel frattempo, da alcuni giorni ha preso il via sulle nostre radio una campagna di sensibilizzazione e di protesta contro la nuova legge regionale per l’editoria. Una serie di spot vanno in onda a reti su tutte le emittenti che aderiscono all’iniziativa. Successivamente saranno annunciate altre azioni di lotta, che comprenderanno dirette a reti unificate, campagne coordinate sui social network (che le radio utilizzano da anni in modo creativo e dinamico, quale ideale estensione del proprio canale di dialogo con gli ascoltatori) e altre attività di comunicazione, per raccontare ai cittadini sardi che amano la radio e che ogni giorno ascoltano i nostri programmi il tormentato percorso di revisione di questa importante legge regionale sui mezzi di informazione e comunicazione, quale essenziale momento di pluralismo e di democrazia. Coordinamento delle Radio Indipendenti Sarde Nella tabella l’elenco delle emittenti locali che ad oggi aderiscono al Coordinamento e stanno partecipando alla campagna di sensibilizzazione a reti unificate. 10 RADIO RAMA SOUND Tortolì 17 STUDIO ONE Cagliari |