Adriano Prosperi per Antonio Gramsci Giovedì 3 dicembre a Ghilarza [di Redazione]

Ghilarza, Torre aragonese

Lo storico Adriano Prosperi è atteso a Ghilarza giovedì 3 dicembre (ore 18:00, Torre Aragonese) alla seconda iniziativa dedicata dalla Rivista online SardegnaSoprattutto a Gramsci, con il patrocinio del Comune di Ghilarza e della Presidenza del FAI Sardegna, a poco più di un anno dalle celebrazioni per gli 80 anni dalla morte (1937-2017), nel paese che sembra volersi appropriare di Gramsci. Intanto il Mibact attraverso la Soprintendenza  per i beni ambientali e paesaggistic sta per riconoscere la casa di famiglia come bene storico da tutelare e sta nascendo una Fondazione Casa Gramsci costituita dalla proprietà (la Fondazione Berlinguer), gli eredi Gramsci-Paulesu, l’Istituto Gramsci di Roma, il Comune di Ghilarza, e con la rete dell’associazionismo culturale che si ispira alla figura e al pensiero del grande intellettuale sardo.

Adriano Prosperi, allievo di Delio Cantimori, professore emerito di Storia moderna alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Accademico dei Lincei, è il maggior storico vivente della Chiesa. Ha accettato l’invito di SardegnaSoprattutto a continuare la discussione aperta con Giorgio Fabre a Ghilarza il 7 novembre scorso. Il confronto giovedì 3 dicembre è su Gramsci e la religione con il filosofo della scienza Silvano Tagliagambe e con Andrea Oppo, docente di Filosofia teoretica alla Facoltà teologica di Cagliari, coordinati da Maria Antonietta Mongiu.

Dibattito riaperto da Fabre con la pubblicazione per Sellerio del libro dal titolo “Lo scambio. Come Gramsci non fu liberato“, che in oltre 500 pagine ricostruisce i tentativi di liberare Gramsci dal carcere con l’intermediazione del Vaticano e dell’Unione Sovietica. Gramsci faceva di tutto per tenere fuori dalla trattativa il partito di cui era ancora “il capo”, temeva che potesse ostacolare la sua liberazione, per volontà di qualche avversario interno o anche solo per generosità e uso sbagliato della propaganda.

Credeva invece molto nel ruolo del Vaticano, era “un’ossessione”. «Invece – scrive Fabre – con la Chiesa furono ripetuti disastri. Quella fascinazione per la Chiesa, che, alla fin fine, risultò un decisivo macigno, resta da capire sino in fondo. Non ci sono spiegazioni disponibili, salvo, qua e là, tracce di una sua idea della politica come processo simile a quello religioso, e dello Stato sovietico come Stato-Religione, di cui peraltro, il vero modello era appunto la Chiesa cattolica».

Il professor Prosperi ha recensito su la Repubblica fra i primi il libro di Fabre, affacciando tematiche e promettendo di svilupparne altre attorno alla idea che Gramsci aveva della chiesa cattolica, della religione, e del loro ruolo in Italia.

Di Adriano Prosperi basterebbe leggere solo gli ultimi articoli sull’agguato a un ebreo a Milano di qualche settimana fa, quello sul cosiddetto scontro di religioni dopo le stragi di Parigi di qualche giorno fa, per capire quanto la sua riflessione su Gramsci e la religione possa essere interessante, attuale senza che questo voglia dire che Gramsci ha una chiave per interpretare la cronaca del presente.

Studiando inquisitori, missionari, eresie, roghi, il professor Prosperi ha raccontato nei suoi libri insieme il potere brutale e repressivo della chiesa cattolica, e la forza di persuasione e di conquista delle masse contadine della sterminata campagna esercitata in particolare con i missionari. Insieme, il mondo magico delle religioni folkloriche che l’Inquisizione ha perseguito e represso senza riuscire a cancellare, e la struttura del potere di una chiesa arrivata sino a noi “vincitrice”, sono elementi che suscitavano la curiosità di Gramsci, la sua ricerca in carcere, uno dei filoni più ricchi di sviluppi, quello dell’egemonia.

E chissà quanto c’era in questa curiosità, della religiosità naturale del Gramsci ghilarzese e sardo, che si affaccia nelle lettere alla mamma, e poi dell’incrocio con quella ortodossa della Russia della moglie Giulia.

*Adriano Prosperi, studioso della cultura e della vita religiosa della prima età moderna, insegna Storia moderna alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha pubblicato, tra l’altro: Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari (Torino 1996);L’eresia del Libro Grande. Storia di Giorgio Siculo e della sua setta (Milano 2000);L’Inquisizione romana. Letture e ricerche (Roma 2003); Dare l’anima. Storia di un infanticidio (Torino 2005); Giustizia bendata. Percorsi storici di un’immagine (Torino 2008). Ha inoltre curato ilDizionario storico dell’Inquisizione (4 volumi, con V. Lavenia e J. Tedeschi, Pisa 2010).

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