Il Natale come Halloween? [di Nicolò Migheli]
Puntuali come il Natale le polemiche. È bastato che un dirigente scolastico dicesse di no all’ingresso di due genitrici che volevano insegnare canti natalizi ai bambini durante la ricreazione; che un consiglio di classe negasse una visita pastorale ad un vescovo adducendo la composizione plurireligiosa degli alunni, subito si sono scatenate le proteste. Nel caso della scuola di Sassari, se i docenti avessero giustificato la loro decisione con la laicità della scuola pubblica invece della presenza degli alunni musulmani sarebbe stato diverso? Probabilmente no, è in atto un attacco ai valori di pluralismo che ci vengono dalla Rivoluzione Francese. Parafrasando Samuel Johnson, Dio Patria Famiglia come estremo rifugio delle canaglie. Ambienti politici e religiosi che riducono complessità di fede a simbolo minaccioso; che aspirano costantemente allo scontro con chi dubita o ha posizioni differenti. Il nostro Isis con sgozzamenti metaforici. Un ribaltamento del messaggio cristiano che attinge alle Crociate e alla Santa Inquisizione. Il paesaggio è sempre uguale a se stesso. L’impossibilità dell’Italia di diventare un luogo occidentale normale. Uno stato dove tutte le fedi o l’assenza di fede, abbiano stessi diritti e doveri. Nella realtà questo paese è ormai secolarizzato. Nonostante il 92% degli italiani si dichiari cattolico in quanto battezzato, solo il 25% pratica con regolarità le funzioni religiose. Una ricerca Istat del 2010 rivela che tra i giovanissimi 6-13 anni, dal 1995 al 2010 il calo della frequenza è stato del 25%. Ancora più forte tra i 14 e i 17 anni, dove la diminuzione arriva al 40%. Il numero più alto è tra le ragazze. La trasmissione religiosa nelle famiglie è soprattutto femminile, per cui si può ipotizzare un futuro acattolico progressivo. Cresce il numero degli sbattezzati, di chi si fa cancellare dai registi delle parrocchie. Fenomeni già anticipati dalla trasformazione del Natale. Celebrazione tardiva istituita forse alla metà del IV secolo, una cooptazione del 25 dicembre romano dedicato al solstizio d’inverno, al Sol invictus e al dio Mitra. Oggi la ricorrenza del Natale ha più simboli pagani che religiosi, a cominciare da Babbo Natale vestito negli anni Trenta con i colori della Coca Cola, all’albero dei riti nordici. Resiste il presepio di San Francesco come residuo di fede. Natale è globalizzato. A differenza di altre ricorrenze religiose, il lato profano ha preso il soppravvento. È Babbo Natale e non più Gesù Bambino che porta i regali ai bimbi. Slittamenti progressivi dell’immaginario che certificano una società che prescinde dalla religiosità tradizionale. La festa del 25 dicembre sopravviverà, magari cambiata di segno. Un Natale civile, non necessariamente dedicato ad altri che non sia il dio mercato. Natale come Halloween. La perdita della dimensione spirituale favorisce la simbolizzazione come ultima difesa. I movimenti e i partiti che cercano di creare una identità italiana li utilizzano. Vedere chi fino ad ieri ha partecipato ai riti druidici in onore del dio Po con in mano un presepio, è la dimostrazione che la manipolazione della realtà ha costanti dividendi. Aldilà di questo resta il problema fondante. Nonostante la società italiana compia scelte diverse come il matrimonio civile, le unioni di fatto, i funerali laici, c’è una parte politica che sollecita paure e che impedisce che le minoranze abbiano gli stessi diritti delle maggioranze. L’equiparazione dei diritti non avverrà presto. Viviamo tempi terribili, i teorici dello scontro di civiltà trovano ogni giorno argomenti che avvalorano le loro tesi. È un rincorrersi continuo verso la salvezza delle identità considerate minacciate. La guerra al terrorismo e la paura dei migranti sono il carburante necessario. È in atto una chiamata alle armi. Chiunque dissenta da una impostazione xenofoba potrà essere accusato di essere complice o lo “stupido idiota” della temuta invasione. Non è un problema solo italiano. La tendenza europea corre verso regimi autoritari , e questi per costruire il consenso hanno bisogno di riscoprire o inventarsi identità blut und land dove la religione è la discriminante tra il noi e loro. È avvenuto così in Ungheria. La Polonia è sulla medesima strada. Bisognerebbe anche chiedersi della presa che ha Putin presso le destre europee, non solo per la sua politica assertiva in Siria contro il terrorismo islamico. Il presidente russo in tutti questi anni ha utilizzato la leva dell’alleanza trono-altare che fu dell’impero zarista per allargare e consolidare il consenso. Alexander Dugin, considerato da molti l’ideologo del putinismo, in una intervista concessa al Tempo il 23 giugno di quest’anno, chiarisce bene il perché i movimenti di destra europei siano affascinati dalla nuova Russia «Rappresenta un’alternativa culturale: all’ideologia gender, che attacca la società con la promozione dei diritti gay, a tutte queste “formule” dell’ideologia attuale. La Russia difende i valori della famiglia e dell’identità. È diventata la forza centrale di questa resistenza globale[…]». Messaggio raccolto anche qui. Certi analisti dicono che la guerra contro il terrorismo jihadista potrà durare altri dieci anni; se fosse vero la radicalizzazione sui temi religioso-identitari sarebbe solo all’inizio. Natale come Halloween? Quel che serve è lo scheletro vuoto. Poco importa se non sarà più festa cristiana. |