Il 10 Dicembre è il giorno dei diritti umani. Il diritto alla libertà, al lavoro, al cibo, all’acqua, al rispetto, in una società che voglia realizzare il sogno dell’uguaglianza. Nella confusione estrema che stiamo vivendo, non ci resta altro che l’utopia. E con lei la volontà di affermare sempre il primato del dialogo e della conciliazione.
PLEXUS, attorno al 1982 ha cercato di vedere se, unendo la fantasia della Scienza con il rigore dell’Arte, si potesse fare un discorso che affronti il nodo della libertà.
Trattandosi di un’utopia, la metafora sarebbe stato il mezzo per avvicinarla. Quindi i miti sono stati usati. La Mela, rubata a Mamma Africa, è su un altare blasfemo a NYC, USA. Trenta anni fa gli Iris di Van Gogh venivano battuti a prezzi folli. Oggi un Nudo di Modigliani ha raggiunto un record che equivale a leggi finanziarie di nazioni di media dimensione. La Mela deve essere riportata nel luogo di origine. Ma non è un percorso lineare.
Nel 1987 abbiamo individuato un luogo che, propiziato dalla presenza di antichi dolmen, in uno spiazzo circondato da cumbessias, nel centro della Sardegna, potesse costituire un ponte in direzione di Gorée, Dakar, Senegal. La piccola isola è forse uno dei luoghi più intrisi di sangue versato da uomini ridotti schiavi da altri uomini. E i malati, incapaci di sopravvivere al terribile viaggio, venivano gettati in mare dalla Porta del Non Ritorno della Maison des Esclaves.
PLEXUS è costituito da persone che credono, ciascuno a suo modo, che un impegno sociale si possa coniugare al fare Arte, magari immaginando concetti legati alla bellezza della matematica o agli intriganti aspetti della meccanica quantistica. Il 10 Dicembre ci siamo ritrovati, qualche anno fa, in St. Mark in the Bowery, dove Isadora Duncan ballava musiche di pace, vicino alla Cooper Union School of Architecture, dove Lincoln ha ribadito l’uguaglianza di tutti gli uomini.
PLEXUS sembra una bottiglia che, navigando in mari percorsi da correnti nascoste, porta un messaggio di speranza. Magari passando, come tre giorni fa, da Sant Elia, dove ha effettuato un collegamento di 60 minuti con New York, Atlanta, Roma, Australia, Gavoi, Dakar per continuare a credere che una scuola per i bambini della Medina sia preferibile alla frustrazione causata dalla follia degli uomini.
PLEXUS non è una mostra e tanto meno uno spettacolo e io sono sempre più interessato a vedere se, unendo il cuore e la ragione, si possano ottenere risultati di pace. Il viaggio continua.
*Fisico e narratore
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