Riscoprire Gramsci: una lettura del nuovo libro di Giorgio Fabre [di Gianluca Scroccu]
Abstract dell’intervento tenuto a Ghilarza, Torre Aragonese, Sabato 7 novembre 2015, nel corso della presentazione del libro di Giorgio Fabre “Lo scambio. Come Gramsci non fu liberato”, edito da Sellerio, con Maria Antonietta Mongiu e Gian Luca Scroccu e il coordinamento di Umberto Cocco. Si tratta del primo appuntamento dell’ ”Omaggio a Gramsci” organizzato dalla Rivista SardegnaSoprattutto col patrocinio del Comune di Ghilarza. Pubblicheremo tutti gli interventi di questo percorso (NdR). Ancora un libro su Gramsci? La risposta è sì, specie se quello che si legge è un lavoro documentato con rigore storiografico e intelligenza interpretativa da Giorgio Fabre in “Lo scambio. Come Gramsci non fu liberato”, edito da Sellerio, che presentiamo oggi. Tante sono le speculazioni che sono emerse in questi ultimi anni sulla prigionia dell’autore dei “Quaderni del Carcere”, spesso basate su mere ipotesi frutto di congetture o mistificazioni politiche. Fabre invece, avvalendosi di un ampio spoglio di fonti italiane e straniere, a partire dagli archivi sovietici, ci aiuta a capire le delicate fasi di trattative tentate e non concluse, aiutandoci a intendere meglio quali delicate triangolazioni diplomatiche si siano svolte tra il fascismo, il Vaticano e l’Unione Sovietica (quest’ultima, ed è un grande merito di Fabre, si impegnò nel tentativo di liberare il prigioniero, tesi che smentisce le vulgate di chi ha ritenuto che Gramsci sia morto nelle carceri fasciste anche per “volere di Stalin”). In questo senso il volume aiuta anche a scandagliare quali rapporti intercorressero tra Santa Sede e bolscevichi negli anni Trenta, e quali intermediazioni e barriere si fossero create sull’asse fede/ateismo. In mezzo, naturalmente, si trova l’uomo Gramsci, stretto tra informazioni frammentarie e non aggiornate che lo portarono anche a compiere errori di valutazione, o ancora il cinismo e a volte pressapochismo dei suoi compagni di partito senza dimenticare le rigide gabbie totalitarie di un regime terribile come il fascismo. Il lavoro di Fabre rappresenta quindi un punto di partenza per riscoprire e studiare nuovamente la figura intellettuale di Antonio Gramsci, magari cercando di restituirlo con più consapevolezza storiografica e culturale alla nostra Sardegna e a Ghilarza, rivitalizzando il suo profilo e facendo della nostra isola un vero centro moderno di approfondimento sulla nostra identità che dell’autore dei “Quaderni” non può fare a meno. *Storico. Università di Cagliari |