I fatti di Colonia e quell’arcaico fantasma maschile [di Raffaele Deidda]
Si racconta che un diplomatico fece al Presidente della Repubblica Popolare Cinese Mao Tse-Tung la domanda: “Secondo lei, cosa sarebbe successo se invece di Kennedy fosse stato ucciso Kruscev?” Mao rispose: “Sicuramente Onassis non si sarebbe sposato con la signora Kruscev”. Risposta sagace che, alla luce di eventi e di supposizioni successivi, fa riflettere ancora. E’ stato Ion Mihai Pacepa, ex direttore dei servizi segreti romeni durante la dittatura di Ceausescu, ad avanzare l’ipotesi che fu Nikita Kruscev ad ordinare al suo agente Lee Oswald, con trascorsi in Russia, di uccidere. Tuttora non v’è certezza se il racconto sia verità o millanteria. In quei tempi, gli anni ’80, Internet non era diffuso e i Social Network inesistenti (Facebook fu creato da Mark Zuckerberg nel 2004). Altrimenti, chissà quante verità avrebbero proliferato e quante bufale sarebbero state prodotte e discussioni fra esperti o presunti tali ad uso e consumo dei partigiani di questo o quel personaggio. Che c’entra questo con le aggressioni alle donne a Colonia? C’entra perché, nonostante la velocità che le informazioni hanno acquisito da quando c’è il web, la notizia é stata tenuta nascosta per quattro giorni. La televisione pubblica tedesca ha chiesto scusa per aver informato in ritardo. “E’stato un evidente errore di valutazione”, dichiara Elkmar Thevessen, vicedirettore della ZDF Tv. Lo stesso capo della polizia ha ammesso che il primo messaggio pubblicato su Twitter, in cui si diceva che il bilancio della notte di San Silvestro era stato positivo, non corrispondeva alla realtà. Solo il giorno successivo sarebbe stata chiara la dimensione dell’ accaduto. Fatti inspiegabili. Eppure la notizia non è insignificante: decine di donne, nella Stazione centrale di Colonia il 31 dicembre, sono state molestate e derubate da un migliaio di uomini ubriachi. Uomini di pelle scura, hanno dichiarato alcune vittime. Per la polizia di Colonia, invece: “Le donne erano in una situazione molto difficile Avevano paura, volevano solo andare via e, naturalmente, non hanno notato alcun volto in particolare”. “Erano arabi, nordafricani, migranti, rifugiati in Gemania”, il j’accuse dei partiti di destra e dei movimenti razzisti contro la politica di Angela Merkel su immigrazione e accoglienza. Immancabili i commenti di Matteo Salvini “una bella castrazione chimica per le centinaia di schifosi che hanno aggredito e violentato decine di donne”. Per Renato Brunetta il buonismo interessato di Angela Merkel produce violenza e conseguente razzismo. Poco importa ai giustizieri nostrani che Henriette Reker, sindaco di Colonia, dichiari: “Non c’è la minima indicazione che tra i colpevoli vi siano profughi attualmente ospitati nei centri della città, ogni supposizione in tal senso è assolutamente inattendibile“. L’evidenza conferma che i protagonisti della aggressione erano prevalentemente arabi e africani. Chiamata in causa, la Cancelliera Merkel non ha escluso espulsioni più veloci per gli stranieri che compiono reati “ripugnanti e criminali, che la Germania non accetterà”. Se ad Angela Merkel venisse chiesto da un diplomatico straniero: “Cosa succederebbe, secondo lei, se gli aggressori-molestatori di Colonia non fossero (soltanto) mediorientali o africani?” sarebbe sagace rispondere :“Sicuramente per molti occidentali, tedeschi compresi, la concezione che hanno della donna non è molto diversa da quella dei molestatori, e non la sposeremmo di certo”. Ha scritto su L’Huffington Post Marco Palillo studioso di Masculinities, branca degli studi di genere: “I fatti di Colonia ci indicano due errori da evitare: da un lato non si possono negare le insidie del multiculturalismo e il problema di certi ambienti culturali verso la libertà delle donne e delle minoranze, dall’altro la violenza maschile non può essere problematizzata come fatto essenzialmente culturale che riguarda solo gli islamici. Occorre, piuttosto, ribellarsi all’inciviltà in maniera aperta coinvolgendo tutti, a partire dalla comunità di migranti. Ma soprattutto è importante coinvolgere in questo discorso tutti i maschi: la violenza maschile è un nostro problema, una nostra colpa. E non è detto che gli uomini che hanno assalito le donne di Colonia la notte di Capodanno non abbiano agito sotto un arcaico fantasma maschile che riguarda ancora tutti: cristiani, musulmani e atei, occidentali e no, migranti e nativi”. Parole di grande buon senso. |
Fa bene ricordare i femminicidi di casa nostra. Fa bene non scordare che le donne sono tutt’oggi relegate in una modesta frazione di rappresentanza nelle istituzioni. Fa bene evidenziare che alle donne non è bastato il femminismo esagitato a far loro conquistare pezzi importanti nei consigli di amministrazione di società private e pubbliche. In un parola fa bene a tutti ricordare le nostre vergogne e far di tutto per superarle se mai sarà possibile. Ma se una società è così fragile come la nostra può essa digerire culture ancora più fragili e retrogade della nostra? Siamo in grado costruire non barriere ma almeno antidoti che ci permettano di convivere con culture così palesemente diverse?
fa bene è inteso per evidenziare il problema non certo per trascorrere meglio la serata