Auguri Sardegna ! (IV) [di Franco Masala]

mamma mia

I have a dream … Così proclamava Martin Luther King nel 1963 al termine di una marcia di protesta per i diritti civili, e così, assai più prosaicamente, canta tutte le sere sui palcoscenici londinesi, da oltre sedici anni, la giovane Sophie nel musical di grandissimo successo Mamma mia!

E anch’io ho un sogno per la disastrata isola di Sardegna. Un sogno che passa attraverso un’attenzione maggiore verso la cultura – che non sia puro assistenzialismo – da parte delle amministrazioni regionale e municipali. Una cultura che abbia interesse reale per la identità e le radici dell’isola ma sia anche aperta ad accogliere genti diverse e contaminazioni che significano crescita e apertura verso gli altri. Solo attraverso la conoscenza è infatti possibile una convivenza pacifica e rispettosa del diverso (diverso da chi ?).

Certo, tutto ciò può costare fatica e denaro ma occorre ricordare che un centesimo investito oggi potrà dare frutti rigogliosi in un futuro anche lontano che farà riaffiorare connessioni, legami e riconoscimenti reciproci secondo i modi di un fiume carsico.

Allora l’augurio è che il Teatro Lirico di Cagliari ritrovi finalmente una via virtuosa verso la definitiva rinascita dopo i tempi da “età dell’oro” e lo scivolone in un precipizio senza fine (e lo slogan, certo non positivo, potrebbe essere “cinque sovrintendenti in cinque anni!”).

L’augurio è che la cinematografia sarda guardi oltre sé e non aspetti il finanziamento pubblico per osare opere che superino gli stereotipi di una Sardegna anche interessante ma tendente a ripetere inesorabilmente se stessa.

L’augurio è che gli scrittori sardi non scrivano obbligatoriamente dell’isola ma acquistino una dimensione che varca il mare per un confronto costruttivo con altri mondi. Facendo propria la frase “Prendete la nave per Civitavecchia” che il professor Antonio Romagnino ripeteva ai suoi allievi di cinquanta anni fa.

L’augurio è che le istituzioni culturali dispongano finalmente di un bilancio tale da consentire non solo la sopravvivenza, peraltro già ridotta ai minimi termini, ma anche e soprattutto quello slancio innovativo che – attraverso mostre, rassegne, cicli di conferenze, manifestazioni varie – possa incidere sul benessere del cittadino.

Che non deve essere solo un benessere fisico ma deve arricchire lo spirito, aprire la mente, garantire l’accesso alla cultura al più ampio numero possibile di uomini e donne.

Tanti auguri, Sardegna !

*Meryl Streep e Amanda Seyfried in Mamma mia ! (2008) ©

One Comment

  1. Giuseppe Aresu

    Personalmente ho sempre amato una frase di Tolstoj. “Descrivi il tuo villaggio e sarai universale”.
    Gli scrittori sardi raccontano quello che conoscono, offrendolo, generosamente, al mondo. I registi cinematografici, anche.

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