Grande freddo Sel-Pd, scintille Vendola-Orfini [di Gabriele Santoro]
Ansa 16/01/2016. L'”entrata a gamba tesa” sulla scena romana di Matteo Renzi, che ha calato l’asso Roberto Giachetti, sembra far scendere il sipario sulla ipotesi di una coalizione “tradizionale” di centrosinistra (Pd + Sel) per la corsa al Campidoglio, con i vendoliani sempre più inevitabilmente verso la corsa in solitaria con Stefano Fassina. L’ultimo sigillo lo ha di fatto messo ieri il presidente Pd della Regione Lazio Nicola Zingaretti, dichiarando il suo endorsement per il vicepresidente della Camera e gelando così le speranze di chi, in particolare in Sel, lo considerava una sorta di garante politico del tentativo di costruire una ampia coalizione sul modello della maggioranza regionale e dei Municipi romani. Clima di rottura. Oggi tra il commissario romano del Pd Matteo Orfini e il leader di Sel Nichi Vendola sono volate sassate: il Pd, ha detto l’ex governatore della Puglia, che pure ha lodato l’esperienza regionale laziale, “vuole renzizzare la città“. “Tu scegli il candidato nel chiuso di una stanza e uno che si candida alle primarie divide?” ha rintuzzato Orfini. “Voi – la replica da casa Sel – nel chiuso di una stanza avete cacciato Marino“. Aria tesa, tesissima. Più di prima, se è vero che l’accelerata di Renzi su Giachetti ha travolto il filo del dialogo, faticoso ma in piedi, tra democratici e Sinistra italiana. Ora rischia seriamente di saltare anche l’iniziativa che era stata promossa dai Municipi per il prossimo 23 gennaio e che doveva servire proprio a disegnare il perimetro di un possibile “campo largo”. In platea erano previsti lo stesso Zingaretti con il suo vice (di Sel) Massimiliano Smeriglio. “Se prima quella iniziativa aveva un senso, ora ne ha un altro – afferma lo stesso Smeriglio – Giachetti è il candidato del partito della nazione. Non vado ad applaudire lo schema renziano“. Andrea Catarci, minisindaco dell’VIII Municipio è sulla stessa linea: lui e l’altra presidente Sel di Municipio, Susi Fantino, stanno “riflettendo se è il caso di andare“. Insomma (è ancora Smeriglio a parlare) “prendiamo atto al momento di una distanza enorme“, la scelta di Renzi è “legittima, così come il nostro prendere atto che si sta prendendo un’altra direzione“. Il vicepresidente ci tiene a sottolineare che il governo regionale è forte, e che “ogni esperienza locale ha un solo profilo” ma non può negare che “se andiamo a elezioni con candidati diversi ci sarà un ‘di più’ da spiegare“. Tra i litiganti chi gongola, nel frattempo, è l’ex sindaco Francesco Rutelli, che Giachetti lo conosce bene: era stato suo capo di Gabinetto ai tempi del Campidoglio. Rutelli scherza, ma non troppo: “Sono candidati sindaci un pò tutti, Walter Tocci (vicesindaco nella sua giunta, ndr)… Berlusconi candida il mio vice del Giubileo, Bertolaso…”. Intanto da destra Francesco Storace, che chiede primarie e si dice pronto alla sfida in prima persona, lancia i primi strali della campagna elettorale: “Giachetti conosce Roma talmente bene che la prima volta che è diventato deputato è dovuto andare nelle Marche a farsi eleggere, perché qui non lo votavano“. |