E non possiamo dire di non sapere [di Franco Meloni]
A Natale dobbiamo essere buoni, a Pasqua abbiamo la possibilità di sperare, il primo Maggio difendiamo l’orgoglio delle idee, il 25 Aprile la coscienza del riscatto, il 27 Gennaio il dovere di guardarci allo specchio e di ricordare. L’immagine è nitidamente tragica, la temperatura gelida come la neve calpestata e sporca vicino a nere rotaie. Il fumo, acre, trascina attraverso dolenti camini in un cielo plumbeo il senso perduto dell’umanità. Gli ultimi quartetti di Beethoven non bastano a riconciliarci con il mai banale senso del male. Anselm Kiefer, nato anche lui nell’anno della Bomba, ha numerato le stelle e ha raccolto l’identità di quelle cadute di fronte alla visione dell’orrore. Il quadro testimonia la crudele sensazione di impotenza di fronte alla scientifica volontà di perdere la propria essenza di essere umano. L’oblio sarebbe la troppo facile scorciatoia per la serenità nell’indifferenza. Non possiamo e non dobbiamo se vogliamo che, contro lo scempio del nazismo, tutti gli uomini vengano considerati uguali. E dobbiamo ricordarlo ogni giorno, non solo per Auschwitz ma per tutti i fili spinati che si cerca di costruire per differenziare le persone. Morire in Polonia o nelle acque del Mediterraneo non fa che aggiornare con cura diabolica i biechi schedari della morte dell’Uomo. E non possiamo dire di non sapere. *Fisico e Narratore |