Come si viaggia col Pendolino in Sardegna? [di Sergio Vacca]
Per ragioni di comodità e risparmio delle energie, il mio viaggio da Cagliari ad Oristano oggi è stato in treno. Assolutamente allettanti tempi, peraltro perfettamente rispettati. Partenza dalla stazione di Cagliari alle 10:40, al binario 6, come ben evidenziato nei cartelli elettronici. Arrivo previsto alla stazione di Oristano, alle 11:29. Mi avvio verso il binario indicato e punto diritto alla carrozza numero uno. Salita agevole per un predellino che sfiora il pavimento. Ero molto incuriosito, soprattutto per la pubblicità fatta a questo treno ai tempi dell’inaugurazione del primo viaggio. Fatto in pompa magna con a bordo il Presidente della Regione, il competente Assessore dei Trasporti e varie autorità. Ognuno di loro ha raccontato con soddisfazione la propria esperienza. Forse, unica. Perché ognuno degli illustri personaggi ha generalmente a disposizione altri mezzi di locomozione. È stato raccontato della possibilità di allocare biciclette, ma anche sci e pure bagagli ingombranti. Tutto assolutamente vero. Pronto a fare questa esperienza, salgo fiducioso sul treno. Sono le 10:30. Ho quindi tutto il tempo per scegliere un posto comodo e depositare il mio ridottissimo bagaglio. Una strana sensazione mi coglie da subito; non appena raggiungo il corridoio di accesso alle poltrone mi pervade una vibrazione, non forte ma costante, dovuta ai motori al minimo. Dieci minuti di attesa per la partenza in compagnia di vibrazioni e rumore un po’ fastidioso. Vibrazioni peraltro trasmesse e amplificate dal tavolino di appoggio montato sul retro della poltrona davanti. Appoggio gli occhiali, che ballano al punto da cascare sul pavimento. Mi accomodo sulla poltrona. Elegante, bei tessuti e bordature in pelle di un bel colore rosso. Purtroppo, tutti qui i caratteri positivi. Seduta corta, come pure i braccioli, ma soprattutto schienale non reclinabile. Rigido. Aspetto positivo, la distanza tra le poltrone, che, addirittura, consente di accavallare le gambe. Partenza e lungo tratto a basso regime di giri del motore. Vibrazioni come da fermo, che però, fortunatamente, scompaiono quando il treno acquista velocità. Nessuna connessione per le reti telefoniche mobili e internet, che dipendono interamente dalla copertura esterna. In cinquanta minuti esatti, ad Oristano. Cosa che apprezzo molto soprattutto per avermi risparmiato lo stress della guida sulla 131. Quattro ore di viaggio – che sono attualmente i tempi di percorrenza da Cagliari a Sassari – con questo assetto non sono certo agevoli. Che nulla hanno a che vedere con il percorso da Torino a Venezia, a trecento chilometri all’ora, medesimi tempi, su un Freccia rossa, o su un Italo. Ore 11:28. Sceso dal treno, mi domando: perché non mi hanno chiamato a collaudare le poltroncine del Pendolino? |