San Michele e non solo [di Franco Masala]
Le Giornate FAI di primavera 2016 riportano l’attenzione sulla chiesa di San Michele, certamente l’esempio più compiuto dell’arte barocca a Cagliari. Un luogo dove architettura scultura e pittura si fondono mirabilmente in quel “teatro delle meraviglie” che è il presupposto del Barocco. Immergersi nello spazio della chiesa di San Michele significa comprendere i caratteri di un’arte che pone al centro la volontà di stupire sia per la magnificenza dei risultati sia per l’esibizione dell’abilità degli artefici. È ciò che si vede con forza ancora maggiore nella Sacrestia della chiesa, che si proietta verso un garbato Rococò nel quale la decorazione regna sovrana. Gli stucchi, i dipinti, le tarsie lignee degli arredi e quelle marmoree del pavimento, le ricchissime cornici dei quadri raffiguranti i Santi Gesuiti, concorrono a fare di questo ambiente un unicum nel panorama dei beni culturali di Cagliari. L’ideale riunione della chiesa con l’antico Noviziato della Compagnia di Gesù, passato successivamente allo stato per l’Ospedale militare, è favorita dalla possibilità di visita integrata il 19 e 20 marzo durante le Giornate FAI. Sarà un’occasione in più che permetterà di riflettere sulla presenza dei Gesuiti in Sardegna e, in particolare, a Cagliari. Qui, infatti, la Compagnia di Gesù ebbe il primo insediamento nel 1564 in Castello dove più tardi sorsero la basilica di Santa Croce e il Collegio, oggi Dipartimento di Architettura dopo aver ospitato uffici del Tribunale, la facoltà di Lettere e l’Istituto universitario di Disegno. E successivamente i Gesuiti furono presenti anche nel quartiere Marina quando nel 1611 programmarono l’istituzione della Casa Professa grazie al benefattore Giovanni Francesco Giorgi. L’effettiva realizzazione avvenne solo verso la fine del secolo XVII, accanto alla chiesa di Santa Teresa, terminata probabilmente nel 1691 se si considera la data incisa nella facciata. Dopo la cacciata dei Gesuiti nel 1848, la chiesa fu destinata a usi vari, ospitando l’Archivio di Sato dal 1883 al 1927 e l’Auditorium comunale dal 1953, dopo un rifacimento totale. Nella ex Casa Professa, invece, trovarono asilo, in successione, il Liceo classico “Dettori”, il “Siotto Pintor” e ancora il Liceo artistico. Oggi è uno spazio comunale adibito a manifestazioni culturali. Non solo a Cagliari, si diceva, ma i Gesuiti furono presenti anche a Sassari, Alghero, Oliena, Busachi, Iglesias e in altri luoghi con presenze architettoniche e artistiche rilevanti Ma questa è un’altra storia. *Foto Ilisso Edizioni © |
Se guardate intensamente, le decorazioni della Sacrestia hanno un effetto psichedelico. E’ un effetto voluto, considerato il luogo?